Scandalo Volkswagen, la Finanza nelle sedi italiane del gruppo

Indagati per frode in commercio i massimi dirigenti della filiale italiana del gruppo tedesco: l’ad Nordio e il presidente De Meo. Perquisizioni anche alla Lamborghini. Negli Usa si indaga per pubblicità ingannevole. In Germania chiesto il richiamo di 2,4 milioni di auto, saranno 8,5 milioni in Europa da gennaio

La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di perquisizioni nella sede della Volkswagen Group a Verona. Le perquisizioni, secondo quanto riporta l’Ansa, sono state disposte dalla procura di Verona che ipotizza il reato di frode in commercio a seguito dello scandalo sulle emissioni truccate negli Usa, che da lì ha coinvolto il colosso tedesco su scala mondiale.

Nel registro degli indagati della procura di Verona ci sono alcune figure apicali del management. Tra di loro anche Massimo Nordio, direttore generale e amministratore delegato di Volkswagen Group Italia, insieme al presidente Luca De Meo e altri quattro dirigenti che erano in carica nel periodo preso in esame, durante il quale sarebbe stato istallato dalla casa tedesca su veicoli diesel euro5 un software per aggirare gli standard ambientali per la riduzione dello smog. Il “dieselgate” è emerso negli Usa, dove il software manomesso sarebbe stato montato su alcune vetture del gruppo tedesco dal 2009 a 2015.

Le Fiamme Gialle si sono attivate anche nella sede della Lamborghini a Bologna. Le perquisizioni sono state disposte dalla procura di Verona che ha aperto un fascicolo su Volkswagen Italia, in quanto Lamborghini fa parte del gruppo della casa automobilistica tedesca. Su questo filone è arrivata la preoccupazione di Cgil, Cisl e Uil di Bologna, che temono ripercussioni sui posti di lavoro e sugli investimenti già annunciati in Lamborghini.

Dal canto suo, l’azienda fa sapere che “Volkswagen Group Italia e Automobili Lamborghini hanno collaborato, e continueranno a collaborare, con la massima trasparenza e apertura” con le autorità italiane.

La notizia arriva all’indomani dell’apparizione dello stesso Massimo Nordio di fronte al Senato. Durante la sua audizione, anticipata da una lettera del presidente di Audi a Renzi, Padoan e Guidi, ha garantito che anche a fronte dello scandalo che potrebbe costare svariati miliardi al gruppo “non cambierà il Piano di investimenti previsto per l’Italia”. Il manager ha anche fatto il punto sulla situazione nella Penisola, spiegando che Volkswagen sta lavorando “ad una soluzione tecnica per la sostituzione di hardware all’interno del motore” per le auto di cilindrata 1,6 e 1,8 della classe di motori EA 189. “Il numero di veicoli attualmente sospesi in via cautelativa finché non sarà fatta chiarezza è di circa 1.300”.

Negli Usa, come in Italia, la giustizia sta facendo il suo corso e la notizia delle ultime ore è che la Commissione federale americana
per il commercio si è aggiunta alle agenzie che indagano: il suo obiettivo è monitorare la pubblicità ingannevole e la casa auto tedesca andrebbe perseguita in quanto spacciava le sue auto come tra le meno inquinanti sul mercato. Sempre a mezzo stampa, ma questa volta pubblicando una lettera aperta, Volkswagen si è rivolta ai clienti: “Recentemente abbiamo commesso un grave errore – si legge nelle pagine acquistate dalla casa automobilistica – abbiamo compromesso il rapporto di fiducia che da sempre ci lega. Chiediamo scusa a tutti, in primo luogo a voi”. In Germania, l’Autorità federale dei trasporti Kba si appresta ad ordinare il richiamo di 2,4 milioni di veicoli in circolazione. Nel complesso dell’Unione europea, secondo quanto riferito da Bloomberg saranno 8,5 milioni le auto diesel di da richiamare per le modifiche necessarie, senza costi per i proprietari.

Fonte:http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/10/15/news/scandalo_volkswagen_la_finanza_nelle_sedi_italiane_del_gruppo-125109867/

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