Piccoli produttori arrivati lontano: storie di bontà italiane lanciate nel mondo dai social network

Gli affari sono anche una questione di hashtag. Può sembrare una follia da far svenire gli economisti, ma è tutto vero. Quando il marketing si gioca sui social network, azzeccare la parola chiave è la regola numero uno. Ai tempi di Facebook, Twitter e Instagram molte regole di mercato si stanno ribaltando. La pubblicità diventa planetaria e a basso costo, ma per arrivare lontano bisogna sempre azzeccare l’hashtag. Lo sa bene un’imprenditrice di Montepulciano che da un giorno all’altro ha dovuto far fronte a un vero e proprio boom di richieste. Un importatore americano cercava un produttore di vino italiano e su Twitter ha trovato l’account dell’azienda toscana. Quasi all’improvviso il fatturato è cresciuto e la storia dell’azienda è cambiata. «Questa è la nuova frontiera della pubblicità, soprattutto per le piccole aziende – spiega Slawka Scarso, docente di marketing del vino alla Business school della Luiss – I social offrono l’opportunità di arrivare lontano anche alle piccole aziende, a quelle che di certo non potevano permettersi di pagare gli spazi pubblicitari sui giornali o sulle televisioni. I new media, tra l’altro, consentono anche ai produttori della provincia di arrivare fin dall’altra parte del mondo».

Una buona idea per lanciare un bel messaggio resta sempre la base. Ma le opportunità si stanno trasformando in affari a molti zeri per le aziende italiane. Le esperienze di piccoli produttori che hanno raggiunto mercati lontanissimi grazie ai social network, oramai sono decine. E a questo tema è dedicata l’ottava edizione del “Porto Cervo Wine&Food Festival”, una specie di boutique di lusso dedicata al meglio dell’enogastronomia italiana. Novanta aziende, in rappresentanza di quasi tutte le regioni, hanno esposto il meglio della produzione per tutto il fine settimana. Non è una fiera, ma una vetrina d’eccellenza, nello scenario magico della Costa Smeralda. «È una bella occasione per riflettere sugli scenari in cui si trovano a operare le aziende di questo settore e quest’anno abbiamo deciso di soffermarci a riflettere sulle nuove frontiere della comunicazione – dice Raffaella Manca, responsabile della comunicazione di Starwood – In questi giorni vogliamo studiare, e possibilmente imitare, le esperienze di tanti produttori che grazie ai social media sono arrivati molto lontano».

Gli esempi non mancano. Sui colli tortonesi, patria del Timorasso, c’è una cantina che con la sua pagina Instagram è riuscita far conoscere anche all’estero i prodotti di eccellenza delle sue vigne. Le recensioni non si contano e sul sito web i titolari della “Cascina i carpini” fanno vanto della loro fama: «I nostri prodotti li trovate in tutto il mondo». Questa più o meno è la stessa ambizione della cantina Bele Casel della provincia di Treviso che a colpi di hashtag ha spinto in tutto il mondo il suo prosecco.

Marilena Barbera twitta dalla Sicilia, da ragazzina sognava la carriera diplomatica e ora si ritrova a gestire l’antica cantina di famiglia. Attraverso i social è diventata una specie di star del settore, ha creato una rete tra produttori e ottiene generose recensioni su riviste specializzate di tutto il mondo. Manuel Lombardi, invece, ha scelto Facebook per raccontare ai suoi amici, diventati presto fans, come nasce il conciato romano, un formaggio di pecora che è la vera prelibatezza della provincia di Caserta. Faceva il venditore di pc, poi ha scoperto la campagna e ora è una sorta di ambasciatore delle bontà della Campania.

Le storie sono tante. Quella del panettone della provincia di Vicenza, il pecorino e il cannonau della Barbagia, il cocktail bar dei Navigli e persino un ristorante romano della zona del Pigneto: tutti esempi di promozione a colpi di hashtag. «La Costa Smeralda è il luogo delle vacanze ma il nostro lavoro è più affascinante se riusciamo a vendere al mondo le eccellenze italiane – sostiene Franco Mulas, manager dei super resort di Starwood a Porto Cervo – Insieme al mare della Sardegna, vendiamo il mangiare sano e il bere bene». Tutto in un solo hashtag: #MadeinItaly.

Fonte: www.lastampa.it

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