Fake news, hate speech, e-commerce, il ruolo chiave di Facebook nella comunicazione

Per la prima volta dopo tanti anni il tema dell’informazione è tornato al centro dell’attenzione di una platea vastissima. Radio, Tv, carta stampata, hanno rappresentato nel Novecento un Quarto Potere gestito in maniera oligarchica. In pochi a diffondere le notizie, ad orientare il racconto della verità.

Internet ha ribaltato il tavolo della comunicazione. I social media hanno reso protagonisti tutti. Ognuno di noi può esprimere il proprio pensiero, condividerlo, rendere partecipi gli altri, creare una sorta di “influenza” e contribuire a formare un’opinione. Un sistema così plulare e di massa ha però bisogno di regole che non restringano il campo delle libertà personali, ma che tutelino e rispettino i singoli. Ad accendere i riflettori sulla corretta informazione sono state paradossalmente fake news ed hate speech in grado di orientare la pubblica opinione in particolare nelle decisioni più significative.

A mo’ di argine la politica italiana sta discutendo in Parlamento di una possibile regolamentazione. Il grande pubblico sta diventando, infatti, sempre più “allergico” alla “bufala” mediatica e “avverte” con preoccupazione il crescente “odio” che viene diffuso sul web. In tale direzione servono etica e autoregolamentazione da parte degli attori dell’informazione, in particolare dei social media.

Il ruolo chiave di Facebook e del suo miliardo e 860 milioni gli utenti

Facebook è cambiato moltissimo nel tempo. E’ diventato qualcosa in più di un luogo di condivisione di stati ed emozioni. Gran parte dei suoi utenti (pari a 1 miliardo e 860 milioni) usa la piattaforma per apprendere notizie dei principali fatti del giorno. Un interessante articolo di Marco Pini analizza Facebook come canale di vendita per un e-commerce. E’ significativo comprendere come le aziende, dai grandi brand alle piccole attività, nel quadro della loro strategia di comunicazione pubblicitaria, investano tempo e risorse per intercettare gli utenti di questo “popoloso” social media. Del resto concettualmente chi posta su Facebook e condivide o mette mi piace esprime le proprie preferenze, trasmette informazioni preziosissime che le ditte ma anche gli enti, utilizzano per individuare un trend e sviluppare delle strategie. Molti sui social fanno branding, altri riescono subito ad attivare e sfruttare questo canale di vendita in modo diretto ed efficace.

Fake news

Tornando al ruolo puramente comunicativo e sociale di Facebook, per il social si apre una nuova sfida, quella di contrastare la disinformazione (le fake news) e anche affermazioni tendenti all’odio, le cosiddette hate speech. Anche Facebook punta a fare la sua parte nell’alfabetizzazione mediatica e nella promozione dell’utilizzo critico dei media online. Contro le “bufale” servono educazione e autoregolamentazione.

Comunità globale correttamente informata

Facebook mira a divenire mezzo cardine di una “comunità globale” informata in modo corretto. “Stiamo costruendo il mondo che tutti vogliamo?”. E’ l’interrogativo che si pone Mark Zuckerberg in relazione alla pioggia di critiche legate all’uso della piattaforma da parte di tantissimi utenti che diffondono messaggi xenofobi e false notizie. Così il suo fondatore è sceso in campo. “Facebook esiste per portarci più vicini l’un l’altro e costruire una comunità globale” ha precisato in una lettera il magnate americano. “La cosa più importante che noi di Facebook possiamo fare è sviluppare un’infrastruttura sociale in grado di dare alla gente il potere di costruire una comunità globale che funzioni per tutti”. Zuckerberg crede molto nel libero arbitrio e ha una visione della sua “creatura” da intendersi come “infrastruttura”. Saranno gli utenti a stabilire la strada da fare percorrere alla “comunità globale”.

Facebook si è mossa su fronte del fact-checking, badando bene a non incorrere nella censura alla libertà di pensiero. “Dare a tutti una voce è stato storicamente una forza molto positiva per il discorso pubblico perché aumenta la diversità delle idee condivise” ribadisce il Ceo che sottolinea come è importante “amplificare gli effetti positivi” della libera opinione “e mitigarne i negativi”.

FONTE: https://www.laprimapagina.it/2017/03/02/fake-news-hate-speech-e-commerce-il-ruolo-chiave-di-faceook-nella-comunicazione/

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