La canapa da bere made in West Coast

di Daniela Giambrone

È la canapa il nuovo trend chic, il lusso accessibile che si sta diffondendo. La sua progressiva liberalizzazione e legalizzazione in molti paesi occidentali ha fatto sì che non venga più associata (solo) all’immaginario stoner, bensì ha dato il via alla riscoperta delle sue numerose proprietà. I primi segnali di avvicinamento sono arrivati con l’apertura degli shop dedicati, come grow shop (per la coltivazione), head shop (per i fumatori), seed shop (per le semenze) o hemp shop (derivati dalla canapa come alimentari, tessili o cosmetici). Complice la versatilità di questa pianta – e pure la sua sostenibilità ambientale –, la canapa come materia prima sta conquistando un posto di rilievo in molteplici settori, da quello tessile a quello dell’edilizia, passando per la cosmetica, fino all’alimentazione, dove il seme di canapa è entrato a pieno titolo come super food. Insomma, si è data una “ripulita” e ora è pronta per entrare nei salotti buoni. Come dimostrano questi cinque prodotti made in Usa, nello specifico nella West Coast: sia per tipologia di offerta sia per accuratezza di design e packaging, si rivolgono a un target medio alto, trasformando prodotti di uso quotidiano – come bevande, infusi, cioccolato o vaper – in esperienze insolite, capaci di offrire un nuovo benessere, naturale e sofisticato al tempo stesso. Quanto tempo ci vorrà per vederli anche in Italia?

(Foto Kevin Cummins/Getty Images)

L’aperitivo che non ti aspetti

Annunciato da un sito stiloso, contenuto in una bottiglia dal design elegante e contemporaneo, Artet è l’aperitivo “che si rilassa con te”, analcolico alla cannabis, il cui packaging trae ispirazione dall’architettura Art Déco per la silhouette della bottiglia blu opaca. Lo stile di vita mediterraneo celebrato nei manifesti Campari e Martini degli anni ’30 è il riferimento culturale sotto traccia, per rimandare a un immaginario consolidato nel mondo dell’happy hour ma che, con la presenza della cannabis, diventa insolito e intrigante. I dosaggi proposti suggeriscono o un’entrée leggera per la serata oppure “qualcosa di più forte per rilassarsi”, legittimando il desiderio di escapismo con un nuovo rito domestico. A produrlo sono due fratelli e un cugino che raccontano la loro attività non solo come commerciale (ovviamente), ma anche come l’opportunità di costruire un mercato della cannabis equo e non violento.

(Foto dal profilo Instagram @drinkartet)

I bonbon “esplosivi”

Il cioccolato gode di una lunga tradizione come simbolo di piacere, golosità, seduzione, coccola. I Bon Bombs distribuiti da Verdelux in tutto lo Stato di Washington si agganciano a questo immaginario per aggiungerci quello del benessere e del relax legato alla cannabis. Ecco, allora, dei cioccolatini aromatizzati all’arancia, al miele, al latte contenenti anche moderate quantità di THC. Piccoli gesti quotidiani di relax domestico che si trasformano in portali per ampliare la percezione. Il packaging è pulito, dalle linee minimali e vivacemente colorato. Se da un lato i Bon Bombs strizzano l’occhio a codici indie con la stilizzazione grafica della bomba al posto di una O, dall’altro si fanno portavoce dell’artigianalità. Sul sito, infatti, si dichiara espressamente che i prodotti “sono realizzati a mano con cura, in piccoli lotti, seguendo la tradizione dolciaria vittoriana.

(Foto dal profilo Instagram @verdelux502)

La bibita da provare

Anche Calexo rientra nella sfera delle esperienze gourmet e insolite. Si tratta di una bevanda gassata contenente agrumi, aromi vegetali e nano emulsione di THC. Proprio quest’ultima rappresenta il plus del prodotto: inserire come ingrediente il THC nelle bevande non è facile, perché spesso la tecnologia usata non rende omogeneo il risultato e penalizza il sapore. La nano emulsione, invece, parrebbe essere più performante sia dal punto di vista del gusto sia dal punto di vista dell’effetto cannabinoide. Le bevande al THC si stanno diffondendo molto in California, dopo la sua legalizzazione sul territorio e in altri 33 Stati, stanno diventando il nuovo modo di bere in compagnia. Interessante il packaging: una bottiglia che ricorda quella della birra, una grafica colorata, essenziale e solare in perfetto mood West Coast. Calexo, infatti, è distribuita a Los Angeles. Lo storytelling intorno al prodotto ruba qualche suggestione stoner e la rielabora per farlo diventare una bevanda inventata da due ragazzi durante un party casalingo, che poi hanno desiderato condividerla con il mondo per portare allegria e relax nei momenti conviviali.

(Foto dal profilo Instagram @calexo.co)

Gli sfizi per intenditori

Buongustai, esteti, amanti del dettaglio non scontato. A questo tipo di target si rivolgono i dolcetti Rose Los Angeles. Sofisticati fin nel formato, che riprende la tradizione dei turkish delight, o lokum, i tipici dolci turchi di consistenza gelatinosa e che il brand californiano reinterpreta in versione cannabis. Sativa o indica, è l’ingrediente principale a cui viene abbinata una serie di essenze floreali o alla frutta. Vegan, gluten free, eco-friendly: un prodotto assolutamente alla moda e moderatamente indulgente. Anche qui la grafica del packaging è estremamente curata, il rimando è al mondo degli infusi o dei profumi, con cui condivide il gusto per assaporare le note olfattive. In questo caso, ancor più che negli altri raccontati finora, l’associazione della cannabis a un piacere raffinato si fa esplicita.

(Foto dal profilo Instagram @rose_losangeles)

Il kit dell’esploratore

Lasciamo per ultimo un prodotto che si discosta da quelli precedenti, perché non appartiene al mondo del cibo. Sonder produce tutto l’occorrente per aprire le porte alla percezione nel modo classico, aspirando: vaporizzatore, batteria e cartucce in un unico kit, oppure le singole ricariche. Nulla di diverso nella forma, ma si differenzia dai suoi competitor per l’approccio: il vaporizzatore proposto dalla Sonder vuole essere percepito non tanto come oggetto tecnologico, quanto piuttosto come un accessorio capace di comunicare lusso, esclusività, gusto per l’insolito. Lo fa citando nella sua immagine grafica riferimenti che spaziano dalle sottoculture dei fumetti o dei magazine per adulti anni ’70 alle nicchie pop come le cartine delle gomme da masticare. L’elemento sovversivo e trasgressivo delle citazioni diventa iconico, perdendo la carica contestataria per diventare piena espressione di un lusso adulto e consapevole.

(Foto dal profilo Instagram @sondertime)

The post La canapa da bere made in West Coast appeared first on Wired.