Identikit dell’automobilista elettrico italiano

Una Renault Zoe tra le auto elettriche più diffuse in Italia (foto: Harold Cunningham/Getty Images)

Secondo lo studio Global Ev Outlook 2020, ci sono 7,2 milioni di auto elettriche circolanti nel mondo. Un numero significativo, specialmente se confrontato con le 17mila unità registrate nell’anno 2010. Tale crescita, osservata durante il decennio appena trascorso, è stata possibile soprattutto grazie alle innovazioni tecnologiche. Infatti la densità energetica degli accumulatori è aumentata tra il 20 e il 100% nel periodo 2012-2018, mentre il costo delle batterie si è ridotto dell’87%, passando da 1100 $/kWh a 156 $/kWh (fonte Bnef).

Ciò ha portato allo sviluppo di una gamma sempre più ampia di autovetture elettriche dotate di prestazioni equiparabili alle macchine con motore endotermico, ma che godono di politiche d’incentivazione a livello nazionale e internazionale. Basti pensare al recente ecobonus (fino a 10mila euro) previsto per l’acquisto di auto elettriche (con rottamazione) in Italia, che potenzia i benefit previsti dalla legge di bilancio 2019 con quelli contenuti nell’ormai celebre decreto rilancio (dl 34/2020), da poco convertito in legge.

Questo insieme di elementi concatenati ha fatto sì che le macchine a batteria non siano più appannaggio di tecnofili ed early adopter ma siano ormai prodotti pronti per la diffusione di massa. La conferma arriva dalle testimonianze raccolte nel corso del triennio 2018-2020 dal nostro portale. Gli automobilisti elettrici si concentrano nelle regioni del Nord Italia (70%) rispetto al Centro-Sud (30%). Sebbene i contributi diretti giunti al sito vedano una netta prevalenza di conducenti uomini (92%), in realtà il 32% degli intervistati dichiara di condividere la propria vettura o di possedere più di un veicolo elettrico per gli spostamenti della consorte o di altri membri familiari femminili. In particolare, il 22% del campione analizzato afferma di avere due macchine a batteria, mentre il 10% ne ha tre o più. Interessante è la distribuzione demografica: si spazia dai ventenni della Gen Z agli ultraottantenni, mentre la preponderanza degli utenti (80%) è composta dalla fascia tra i 40 e i 65 anni. Con tanti profili differenti: liberi professionisti, artigiani, pensionati, docenti universitari e perfino sportivi di alto livello, come il calciatore di Serie A Paolo Faragò.

L’eterogeneità si riscontra anche nella tipologia dei veicoli. Si passa dai quadricicli come la Renault Twizy alle berline di rappresentanza del calibro della Tesla Model S, senza tralasciare utilitarie come la Renault Zoe e la Citroen C-Zero, compatte affermate (Nissan Leaf) e Suv (su tutti Jaguar I-Pace e Hyundai Kona). C’è pure un’escursione molto ampia per quanto riguarda le percorrenze. I guidatori più parsimoniosi si aggirano intorno a 2-3mila km/anno mentre i conducenti più impegnati arrivano a macinare 70-80mila km/anno. Non mancano inoltre coloro i quali hanno scelto di costruire un vero e proprio ecosistema per la mobilità elettrica, installando i pannelli fotovoltaici a casa (e in azienda) per effettuare autonomamente la ricarica di energia. Il caso più rappresentativo arriva dalla famiglia Garavaglia di Lurano, paese della provincia di Bergamo, che possiede 3 veicoli Bev con all’attivo 238mila chilometri di percorrenza.

Nonostante le differenze, tutti gli intervistati concordano però sullo stesso punto: dopo aver provato e vissuto quotidianamente con una macchina elettrica, reputano molto difficile un ritorno a bordo di una vettura a motore endotermico. Non si tratta soltanto di una questione di convenienza economica, ma anche culturale. L’e-mobility è quindi una realtà consolidata nel presente, pronta per essere sperimentata nella vita quotidiana.

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