Pensioni: si discute di maggior flessibilità in uscita, ma intanto nel 2016 la pensione si allontana. Ecco come cambiano i requisiti

Il Governo annuncia una riforma delle pensioni che preveda l’uscita flessibile per coloro che vogliono andare in pensione prima del dovuto anche rinunciando a parte dell’assegno pensionistico. La riforma annunciata dal premier Renzi e dal Ministro del Lavoro Poletti dovrebbe arrivare in sede di legge di stabilità ed entrare in vigore per l’anno 2016. Nonostante la riforma delle pensioni sia data come intervento certo, il condizionale è comunque d’obbligo, almeno finchè non si vedrà all’orizzonte una concreta proposta di legge. Intanto i lavoratori vicini alla pensione festeggiano aspettando con ansia di conoscere la via di fuga per arrivare anticipatamente al meritato riposo.

Ma quello che tanti lavoratori forse non sanno è che dal 2016 i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia aumenteranno di qualche mese. Insomma dal primo gennaio del prossimo anno la pensione si allontana per colpa della già tanto odiata riforma Fornero. Dobbiamo ammettere che la riforma delle pensioni del governo Monti, nonostante abbia creato il disastro degli esodati, ha comunque avuto il merito di riportare sotto controllo i conti previdenziali italiani. La legge prevede però l’adeguamento automatico dei requisiti per la pensione alla speranza di vita dei lavoratori. In pratica ogni triennio si allungano i tempi per accedere alla pensione.

In caso di introduzione di maggior flessibilità in uscita l’adeguamento previsto dalla Fornero inciderà poco o niente sui lavoratori che vogliono cogliere l’occasione di andare in pensione prima del dovuto. Ma nel caso in cui per qualsiasi motivo, politico o economico, la riforma delle pensioni del Ministro Poletti non si dovesse fare per i lavoratori oltre al danno, ci sarebbe anche la beffa dell’adeguamento e quindi dell’ulteriore allontanamento della pensione.

Pensione: i requisiti per il 2016

Vediamo in breve come cambiano i requisiti a partire dal primo gennaio 2016. Attualmente si accede alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e un certo requisito anagrafico che cambia in base alla posizione lavorativa.

– I lavoratori dipendenti e autonomi e le lavoratrici della pubblica amministrazione possono andare in pensione nel 2015 se hanno 66 anni e 3 mesi di età che nel 2016 saranno aumentati di 4 mesi a 66 anni e 7 mesi.

– Le lavoratrici dipendenti del settore privato accedono alla pensione con un requisito di 63 anni e 9 mesi nel 2015, mentre nel 2016 dovranno raggiungere 65 anni e 7 mesi, ben un anno e 10 mesi in più.

– Infine alle lavoratrici autonome è richiesto un requisito anagrafico di 64 anni e 9 mesi nel 2015, che salirà a 66 anni e un mese nel 2016, ovvero un anno e 4 mesi in più.

La riforma delle pensioni allo studio del governo

Come abbiamo già detto più volte il governo Renzi intende concedere agli interessati la possibilità di andare prima in pensione, sfruttando una maggior flessibilità in uscita. Deciso il “cosa fare” ora è importante decidere il “come”, scelta resa difficile dai costi tutt’altro che limitati di una tale manovra. Le ipotesi allo studio del governo sono molte, ma tutte hanno un costo. Per sostenerlo il Presidente dell’INPS Boeri ha anche ipotizzato un contributo di solidarietà per le pensioni più alte come copertura finanziaria.

La decisione sulla riforma delle pensioni è comunque attesa in sede di legge di stabilità quando i lavoratori più anziani sapranno se la loro pensione è dietro l’angolo o se dal primo gennaio 2016 la vedranno ancora più lontana.

Fonte: http://it.ibtimes.com/pensioni-si-discute-di-maggior-flessibilita-uscita-ma-intanto-nel-2016-la-pensione-si-allontana-ecco

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