E-commerce: Amazon vira sui piccoli artigiani e sfida Etsy

Seattle apre, per ora solo negli Usa, una sezione dedicata ai prodotti artigianali

Sul più grande bazar online del mondo ora è possibile acquistare oggetti artigianali o prodotti vintage, almeno negli Stati Uniti. È l’ultimo tassello nella strategia di espansione di Amazon, che non vuole più competere solo con la grande distribuzione. Ora punta a conquistare anche sui mercati di nicchia. L’obiettivo finale è arrivare a ogni angolo dell’universo e-commerce. Finora il mercato degli oggetti fatti a mano è stato presidiato da Etsy, società di Brooklyn che, nell’ultimo decennio è cresciuta fino a generare vendite per due miliardi di dollari all’anno.

Vetrina per i piccoli artigiani

La nuova sezione del sito di e-commerce fondato da Jeff Bezos si chiama Amazon Handmade ed è stata lanciata alle tre del mattino di giovedì 8 ottobre. È già popolata da 80 mila prodotti venduti da circa 5 mila venditori provenienti da 60 Paesi. Ed è pensata come una vetrina per i piccoli artigiani. Qui si possono trovare solo pezzi unici: collane, anelli, stampe fatte a mano. E anche oggetti più grandi, come tavoli, credenze e sedie. Che si tratti di un mercato propizio è già stato dimostrato. Non solo da Etsy. A testimoniare l’interesse dell’e-commerce per i piccoli venditori c’è anche Ebay che, da piattaforma per le aste online, ha puntato sempre di più sugli strumenti per i negozianti. Solo in Italia sono utilizzati da circa 26 mila attività.

Metterci la faccia

Handmade, che per ora non è disponibile in Italia, è molto diverso dall’impostazione generale di Amazon. «Ed è una differenza che gli utenti devono percepire», racconta al New York Times Peter Faricy, vice president della società e responsabile del progetto. È una sezione “umanizzata”. Per la prima volta è stato dedicato uno spazio al profilo degli artigiani: c’è una loro foto e lo stato di provenienza. Handmade è un’operazione pianificata fin da maggio e arriva a tre mesi di distanza da un’altra mossa lontana dal panorama della grande distribuzione: Home Services. È un servizio che permette di chiamare professionisti per le piccole faccende di casa: elettricisti, idraulici o imbianchini. Anche in questo caso il mercato era già affollato da siti analoghi (Angie’s List e TaskRabbit per esempio), ma Amazon può contare sulla robustezza della sua infrastruttura tecnologica e sulla reputazione positiva che è riuscita a costruirsi. Ma non è solo una strategia di dominio. La nascita di questi servizi può essere interpretata un modo di sperimentare un maggior livello di interazione con gli utenti (sia in Handmade che in Home Services possono contattare direttamente i venditori). Perché l’integrazione delle dinamiche dei social network è una delle ultime tendenze del commercio elettronico. Ed è questa strategia che ha permesso a Etsy di affermarsi: è riuscita a costruire e-commerce dov’è possibile “conoscere” i creatori degli oggetti.

La sfida con Etsy

Per persuadere gli artigiani a vendere attraverso la sua nuova piattaforma, Amazon ha la forza dei numeri: 285 milioni di acquirenti attivi. È una base di utenti 13 volte maggiore rispetto al concorrente più importante, per l’appunto Etsy. La strategia dei prezzi tra i due e-commerce è diversa: Handmade offre una tariffa tutto compreso, trattiene il 12 per cento dalla vendita e include anche le spese di transazione e un servizio antifrode. Etsy invece fa pagare 20 centesimi di dollaro per ogni oggetto messo online e trattiene il 3,5% sul prezzo finale. Dal punto di vista degli utenti, Handmade punta tutto sulla qualità: Amazon garantisce una selezione alla base degli artigiani: devono garantire che i loro prodotti siano rigorosamente fatti a mano. Al contrario di quanto può accadere con Etsy che, di recente, ha consentito ai venditori di esternalizzare parte della loro produzione. Ciò ha causato parecchie lamentele tra i fedelissimi della piattaforma. Inoltre, nonostante gli ottimi risultati di vendita, l’azienda di Brooklyn deve affrontare lo scarso entusiasmo degli investitori: a sei mesi dal debutto in Borsa (avvenuto nell’aprile 2015) il valore delle sue azioni si è dimezzato. Al contrario di quanto sta succedendo ad Amazon che, nell’ultimo anno, ha visto il suo titolo crescere del 75%. La spinta al rialzo è stata trainata da un dato simbolico: il colosso di Jeff Bezos ha superato il valore 250 miliardi di dollari, che corrisponde a quello di Walmart, il suo storico rivale offline e il più grande operatore della grande distribuzione negli Stati Uniti.

Made in Italy

Per quanto riguarda il nostro Paese, dove il commercio elettronico pesa per il 4% delle vendite totali, Amazon ha da poco lanciato “Made in Italy”. È una sezione del sito (in gergo Marketplace) dedicata ai prodotti artigianali fatti in Italia. Qui ci sono più 5 mila prodotti venuti dalle botteghe che hanno aderito al progetto. Anche in questo caso il profilo del negozio è stato messo in rilievo, ma non c’è lo stesso livello di dettaglio di Handmade. I prodotti venduti vanno dalla sartoria all’arredamento. La sezione è attiva anche su Amazon Uk e, nelle intenzioni dell’azienda, è uno strumento per spingere il mercato delle esportazioni delle piccole e medie imprese.

Fonte: http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/15_ottobre_08/commerce-amazon-vira-piccoli-artigiani-sfida-etsy-aa2aed3c-6db6-11e5-89d4-8d5b360a5b78.shtml

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