Watson Security, la tecnologia congnitiva anti-malware

IBM Security ha presentato Watson for Cyber Security, una nuova versione in cloud della propria tecnologia cognitiva, specificatamente addestrata sui temi della sicurezza. Le prime versioni beta saranno distribuite alla fine dell’anno.

“L‘annuncio fa parte di un progetto innovativo per l’applicazione di tecniche di cognitive computing nell’ambito della cyber security, e ha l’obiettivo di colmare l’ormai pressante necessità di competenze avanzate nel campo della sicurezza informatica. L’impegno di IBM è finalizzato ad ampliare le capacità degli analisti che si occupano di sicurezza che, grazie all’utilizzo di sistemi cognitivi, potranno rendere più rapida l’individuazione di connessioni tra dati, minacce emergenti e strategie difensive”.

“Progettato per l’utilizzo in cloud, si legge nella nota rilasciata dal gruppo, Watson for Cyber Security sarà la prima tecnologia ad offrire tecniche di cognitive computing in ambito sicurezza in modo scalabile, grazie alla capacità di Watson di ragionare e apprendere da dati non strutturati, che costituiscono l’80% di tutti i dati presenti in internet e che gli strumenti di sicurezza tradizionali non riescono ad elaborare, tra cui blog, articoli, video, report, alert e informazioni di altro tipo”.

“Addestrare Watson in ambito Cyber Security è uno step critico per il progresso dei sistemi cognitivi nell’ambito della sicurezza informatica, affermano in IBM. Watson sta apprendendo le tante sfumature delle abilità tipiche di un analista di sicurezza, capace di individuare e scoprire segnali deboli e evidenze analizzando tracce e dati di attacchi informatici e minacce difficili da individuare”.

Il volume di dati che gli analisti della sicurezza si trovano di fronte è impressionante, spiegano i responsabili del progetto. Un’azienda o un’organizzazione di medie dimensioni ogni giorno deve valutare oltre 200.000 dati ad eventi relativi alla sicurezza e spende in media 1,3 milioni di dollari all’anno solo per la gestione dei falsi positivi. Ciò significa sprecare oltre 21.000 ore di lavoro. Se a questo aggiungiamo oltre 75.000 vulnerabilità note in sistemi software, riportate nel National Vulnerability Database, 10.000 articoli e report pubblicati ogni anno e oltre 60.000 blog sulla sicurezza pubblicati ogni mese, si capisce bene quanto risulti impegnativo per gli analisti di sicurezza agire rapidamente e in modo informato”.

Per mettere a punto le soluzioni IBM collaborerà con importanti università per estendere ulteriormente Watson alla comprensione del linguaggio in abito cyber security. Tra gli atenei coinvolti si citano la California State Polytechnic University di Pomona, la Pennsylvania State University, il MIT, la New York University, l’Università del Maryland della Baltimore County (UMBC), l’Università di New Brunswick, l’Università di Ottawa e l’Università di Waterlo.

Fonte: www.impresacity.it

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