Erg prepara la svolta verde e punta al mercato retail dell’energia

“Al momento è solo un progetto, tutto dipenderà dalle condizioni e dalle regole che verranno introdotte da qui ai prossimi due anni” dice l’ad Luca Bettonte. La decisione finale verrà presa entro il 2018, quando il mercato dell’energia elettrica verrà completamente liberalizzato

Al momento è solo un marchio che si associa al pieno di benzina. Ma nel volgere di un paio di stagioni potremmo, invece, legarlo alla bolletta della luce. Perché il gruppo Erg sta pensando di completare la “rivoluzione” industriale della società genovese, avviata dieci anni con l’ingresso nel settore delle rinnovabili e la cessione della raffineria siciliana di Priolo ai russi di Lukoil: entrare nel mercato retail dell’energia elettrica.

“Al momento è solo un progetto, tutto dipenderà dalle condizioni e dalle regole che verranno introdotte da qui ai prossimi due anni. Ma se ci fossero le condizioni perché l’offerta venga completamente digitalizzata e ci fosse l’opportunità di offrire ai consumatori la certezza di servirsi di energia verde potremmo prendere in considerazione l’opportunità di entrare nel mercato retail”. Così si è espresso l’amministratore delegato del gruppo Erg, Luca Bettonte in un incontro con la stampa.

La decisione finale verrà presa entro il 2018, quando il mercato dell’energia elettrica verrà completamente liberalizzato. Per quella data anche i 18 milioni di italiani che non hanno ancora scelto il proprio fornitore di elettricità, ma sono rimasti nel cosiddetto “mercato tutelato” dovranno decidere con chi sottoscrivere il nuovo contratto. A qule punto si scatenerà la caccia al cliente e anche Erg potrebbe essere della partita.

Del resto, potrebbe essere il capitolo conclusivo della trasformazione industriale da secondo raffinatore italiano di petrolio (dopo il gruppo Saras della famiglia Moratti) al primo produttore di energia eolica, nonché settimo in Europa. I soldi incassati vendendo l’impianto di Priolo sono stati investiti per oltre 3 miliardi nelle rinnovabili. Ultima acquisizione in ordine di tempo, il complesso di sette dighe e 16 centrali idroelettriche che il gruppo tedesco E.on ha messo in vendita in Umbria. E di cui fa parte anche il complesso delle cascate delle Marmore.

“Ci consideriamo l’Eni del vento”, ha sintetizzato la nuova missione industriale del gruppo ligure il suo presidente Edoardo Garrone. Facendo leva sugli oltre mille megawatt installati in Italia (che diventeranno 1.950 in tutta Europa entro il 2016), Erg potrebbe così decidere di far concorrenza sia ad Enel – al momento leader del mercato retail – sia alle utility che dominano le grandi aree metropolitane, da A2a a Milano ad Acea a Roma.

Per dimenticare definitivamente il passato legato agli idrocarburi, il gruppo Erg potrebbe uscire definitivamente anche dal mercato della distribuzione di benzina al dettaglio. Al momento, è ancora attiva una joint venture con i francesi di Total, dove la famiglia Garrone possiede una quota del 51 per cento: “Ma se fosse ben valorizzata, non avremmo difficoltà a cedere”, ha ribadito il vice-presidente esecutivo Alessandro Garrone. “Per noi è un investimento finanziario e i patti con i francesi sono costruiti molto bene per cui abbiamo ampia flessibilità in uscita. Del resto, abbiamo esercitato una opzione put con i russi di Lukoil e siamo ancora vivi, una certa esperienza ce la siamo fatta”.

In attesa di capire cosa sarà del mercato retail e dei distributori, Erg ha una certezza: crescere ulteriormente in Europa nelle rinnovabili eoliche. Nei prossimi due anni, la potenza complessiva installata crescerà secondo il piano industriale del 45 per cento, tutta all’estero. “In Italia non ci sono le condizioni – ha polemizzato Edoardo Garrone – perché da un anno e mezzo aspettiamo di capre quale sarà la politica del governo in questo settore. Abbiamo chiesto assieme ad altri operatori di rendere più facile il repowering dei vecchi impianti: poterli sostituire con macchine più potenti ed efficienti ma senza dover rifare un iter autorizzativo da zero, ma non ci sono state date risposte”.

Da qui, la decisione di Erg di investire all’estero. Magari con l’appoggio di partner internazionali. “Se ci sarà l’occasione – ha confermato l’ad Bettonte – potremo allearci con investitori finanziari. Non è una ipotesi da scartare, se ci saranno fondi che intendono condividere con noi il percorso di crescita la prenderemo in considerazione”.

Fonte:http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/05/23/news/erg_benzina_consumi-140407743/

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