L’economia rallenta ancora, ma migliora il fronte occupazionale

Nella sua nota mensile l’Istat rileva segnali di miglioramente a cominciare dalla riduzione dell’intensità della crisi. Preoccupa ancora l’inflazione, mentre arrivano segnali positivi dal lavoro

 La produzione industriale registra una pesante battuta d’arresto, ma l’Istat vede note positive nella situazione economica italiana: il calo prosegue, ma sta rallentando. “L’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana evidenzia un ulteriore calo, seppur di intensità più contenuta rispetto alle flessioni degli ultimi mesi” scrive l’Istat nella nota di aggiornamento mensile, sottolineando che la fiducia delle imprese ha segnato a luglio “un incremento”, tuttavia l’indice del trend, “ricalcolato sulla base degli indicatori mensili più recenti”, segnala ancora una frenata sebbene con un ritmo inferiore.

“In un contesto caratterizzato dal proseguimento della flessione del commercio internazionale e della crescita dell’economia statunitense, nel secondo trimestre l’area euro ha registrato un rallentamento dei ritmi produttivi”, premette l’Istat nella nota. Focalizzando l’attenzione sull’Italia, l’Istituto evidenzia come le imprese manifatturiere abbiano “registrato una diminuzione dei livelli di attività, mentre l’occupazione ha continuato ad espandersi e le tendenze deflazionistiche si sono attenuate”.

Segnali positivi arrivano dal fronto dell’occupazione che continua “ad espandersi”. In particolare l’Istat rileva come nel secondo trimestre, guardando alle tipologie contrattuali, “si è osservato un aumento più marcato degli occupati dipendenti a termine (+2,6% rispetto al primo trimestre) e della componente indipendente (+1,1%) rispetto alla moderata crescita dei dipendenti permanenti (+0,2%)”.

“In prospettiva, anche se l’inflazione potrebbe aver superato il suo punto di minimo, prevalgono ancora attese per una evoluzione moderata” aggiunge l’Istat segnalando “la divergenza nelle aspettative degli operatori: tra i consumatori è nuovamente aumentata la quota di coloro che si aspettano prezzi stabili o in diminuzione (61,9% in luglio a fronte di 56,7% in giugno) mentre per le imprese che producono beni di consumo si segnala un nuovo lieve aumento di quelle che prospettano una ripresa dei propri listini di vendita”.

“La dinamica dei prezzi italiani – conclude la nota – si mantiene inferiore a quella europea sia per le componenti più volatili (beni alimentari ed energetici) sia per l’indicatore delle tendenze di fondo, come effetto del più debole quadro congiunturale”. In particolare, “l’inflazione nei servizi risulta costantemente inferiore a quella media dell’area euro dalla fine del 2013. Al contrario i beni
industriali non energetici hanno rallentato con minore intensità rimanendo, fino a giugno, su ritmi di crescita superiori a quelli medi dell’area mentre a luglio il differenziale dell’Italia rispetto all’area euro è diventato leggermente negativo”.

Fonte : http://www.repubblica.it/economia/2016/08/05/news/istat_nota_economica-145405135/

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