L’Eurogruppo chiede all’Italia una manovra aggiuntivaL’Eurogruppo chiede all’Italia una manovra aggiuntiva

“L’Italia prenda le misure necessarie per rispettare nel 2017 il patto di Stabilità”, scrivono i ministri finanziari Ue nelle conclusioni del vertice. Ma “impossibile pretendere correttivi ora, aspettiamo il prossimo governo”, precisa il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem

L’Italia prenda le misure necessarie per rispettare nel 2017 il patto di Stabilità. “L’alto livello del debito italiano resta motivo di preoccupazione”. Per questo deve fare più sforzi per le privatizzazioni e impegnarsi “ad utilizzare guadagni inattesi e risparmi imprevisti nel 2017”. Dura presa di posizione dei ministri finanziari della zona euro, all’indomani dell’esito referendario. Nelle conclusioni dell’Eurogruppo si legge che la manovra italiana è “a rischio di non rispetto del Patto” e sulla base degli scostamenti “sarebbero necessarie misure addizionali significative”. Sebbene l’Italia possa beneficiare di “una più piccola ma sempre significativa deviazione dall’aggiustamento”, a causa delle spese per migranti e terremoto, l’invito è comunque a “prendere le misure necessarie per assicurare che il bilancio sia in linea con le regole”. La Commissione europea si impegna poi a stendere un nuovo rapporto ad hoc sul debito.

“Padoan non è qui per ragioni comprensibili, ci ho parlato questa mattina”, prova a smorzare il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. E dunque “è difficile in questo snodo per il governo italiano impegnarsi in misure aggiuntive, per questo l’Eurogruppo lo invita a farlo nel prossimo futuro”. Insomma “è impossibile chiedere adesso all’Italia di impegnarsi in misure aggiuntive, la tempistica dipende dall’Italia, anche l’Eurogruppo e la Commissione aspettano un nuovo Governo”.

La bacchettata arriva nel giorno in cui il ministro dell’Economia Padoan rinuncia a rappresentare l’Italia a Bruxelles. Alla riunione dell’Eurogruppo di oggi è infatti andato il direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via. Soluzione obbligata, spiegano dal ministero dell’Economia, visto che il governo Renzi è dimissionario, come certificherà tra qualche ora il Consiglio dei ministri. L’assenza del ministro al tavolo europeo di certo non ha aiutato la difficile partita ancora aperta sulla legge di Bilancio italiana. E così è ripartito il braccio di ferro sulle misure messe in campo dal governo nella manovra da 27 miliardi – incentivi agli investimenti, pacchetto pensioni, aiuto alle famiglie – approvata una settimana fa dalla Camera. E poi tenuta sospesa fino ad oggi in Senato.

Ecco tutte le misure

L’idea di un esercizio provvisorio viene negata con forza da fonti di Palazzo Chigi e di Via XX Settembre. Il Quirinale farà tutto quanto è in suo potere per non oltrepassare la data limite del 31 dicembre, mettere in sicurezza i conti senza spaventare mercati e investitori. Ma la dura presa di posizione dell’Eurogruppo cambia le carte in tavola. Le “significative misure aggiuntive” chieste oggi dai ministri economici della Ue alla legge di Bilancio – e dunque una decisa correzione del deficit – potrebbero riaprire l’iter della legge di Bilancio al Senato.

L ‘Eurogruppo non indica cifre, ma la Commissione – che si è prodigata per far passare la manovra prima del referendum in modo da aiutare Renzi – nel suo giudizio nel quale congelava il giudizio finale sulla finanziaria a inizio 2017 indicativamente aveva parlato di 5 miliardi. Tuttavia il gioco è politico. Se da un lato, spiega uno sherpa europeo, i governi sono stufi del fatto che la Commissione continui a non applicare le regole Ue all’Italia (che con il debito al 133% e la manovra presentata a Bruxelles sarebbe già dovuta essere commissariata), dall’altro non avere indicato la portata della correzione viene letto come un segnale a Roma.

Riassumibile così: l’Europa chiede continuità e dunque, per favorire una permanenza di Renzi a Palazzo Chigi con un reincarico oppure l’arrivo alla guida del governo di Padoan, fa capire che il saldo da migliorare nella manovra è negoziabile e con la continuità al governo potrebbe essere ben inferiore ai 5 miliardi. O quantomeno gli europei auspicano che Padoan resti al Tesoro con qualsiasi governo. Per il resto anche i ministri riconoscono all’Italia le spese eccezionali per migranti e terremoto. Infine lasciano l’ultima parola alla commissione, che tra gennaio e febbraio dovrà tornare sulla manovra italiana. Un modo per mettere pressione a Roma, affinché le istituzioni italiane risolvano la crisi politica nel modo migliore e più rapido (si teme per i mercati in caso di prolungato vuoto di potere) possibile.

Arrivano in tanto le prime dichiarazioni da Bruxelles. Il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici ammette che “siamo stati tutti toccati dall’esito del referendum”. Ma aggiunge che “Renzi ha scelto di dimettersi, ma è stato un buon premier e ha fatto importanti riforme sociali ed economiche. Abbiamo fiducia nelle autorità italiane, è un Paese solido su cui possiamo contare”. Poi chiosa: “Padoan uomo di alta qualità, ha dato credibilità all’Italia”.

Anche Michel Sapin, il ministro delle Finanze francesi, considera il referendum costituzionale “una questione di politica interna italiana che non riguarda la politica europea e il posto dell’Italia in Europa”. E aggiunge: “L’Italia è un Paese profondamente europeo, un Paese solido, ancorato alla costruzione europea”, per questo “non c’è alcun rischio sistemico particolare”.

L’esito del referendum “non cambia davvero la situazione economica in Italia o nelle banche italiane, i problemi che abbiamo oggi sono quelli di ieri e bisogna occuparsene”, taglia corto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. “L’Italia è una economia forte, una delle più grandi, con delle istituzioni forti, e un governo futuro dovrà affrontare la situazione economica. In particolare, i problemi di alcune banche”.

“Non c’è alcun motivo di temere una crisi dell’euro dopo il referendum italiano”, tranquillizza il ministro delle finanze tedesco, il falco Wolfang Schaeuble. “Dovremmo essere rilassati” sulla situazione dell’Italia, aggiunge. Pur dicendosi convinto che il nostro Paese ha “un urgente bisogno” di un governo funzionante. “La reazione dei mercati al referendum è stata tranquilla. L’Italia continui il percorso politico ed economico scelto da Renzi”.

“Gli italiani hanno parlato. Rispettiamo il voto”, sottolinea il commissario Ue all’occupazione Marianne Thyssen. Ricordando poi che la flessibilità concessa all’Italia “non è stato un aiuto a Matteo Renzi”, ma l’applicazione delle regole. L’esito del referendum “non è una minaccia alla stabilità Ue”, stempera la portavoce della Commissione Ue Margaritis

Schinas. “Abbiamo visto la volatilità dei mercati anche in passato. Le autorità sono preparate. Ma le riforme devono continuare. Siamo in contatto con le autorità italiane sulle banche, ma non commentiamo casi individuali”.

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