Se la moda è una croce: l’ossessione per le griffe, la mostra di Elisabetta Falqui
Sono le fashion victim, le vittime della moda, neologismo coniato da Oscar de la Renta – stilista dominicano morto nel 2004 – per indicare le persone che, in modo passivo e acritico, seguono i dettami la moda. Di qui appunto i soggetti-vittime che Elisabetta Falqui, commercialista cagliaritana prestata all’arte, ha rappresentato nelle croci di plexiglass esposte da ieri nello store di Martino Midali in via Manno a Cagliari, al civico 47.
Si chiama #Obfashion, la triplice opera della Falqui, visto che le croci sono una trasparente, una bianca e un’altra ancora di color fucsia. Un connubio tra arte e moda che passa “dall’ossessione per il marchio” e attraversa “la sindrome dello shopping compulsivo per garantirsi l’appartenenza ad un’élite, per soddisfare lo sfrenato edonismo o più semplicemente per sopperire bisogni sempre più spesso latenti”, ha detto Roberta Vanali nella presentazione dell’evento curato da Betti Ciani. “In Ob-Fashion tutto concorre a esplorare l’ossessione feticista della moda e la seduzione per gli acquisti come elemento incondizionatamente legato alla quotidianità che non si limita al coinvolgimento dell’universo femminile ma si estende anche agli stereotipi maschili”. Così la nota autobiografica dell’artista: “L’ossessione per la moda è la mia croce”.
Ad accompagnare la mostra anche il reading dello scrittore Alberto Massazza che ha recitato “I versi senza fissa dimora”. A presentare la performance la giornalista Maria Paola Masala che sulla fashion victim ha sottolineato: “La definizione inizia a prender corpo quando ci ricordiamo che la moda è, certamente, il luogo nel quale si formalizza l’appartenenza a una collettività, a una tribù, si diceva negli anni ’90 con levità post-moderna”. Tuttavia le griffe sono anche “luogo schizofrenico, perché la collettività alla quale appartenere attraverso l’apparire non è più quella che si consola della sua mancanza di identità attraverso il possesso di uno status symbol; è bensì quella totalizzante, allargatissima e claustrofobica assieme, della società della spettacolo integrato”.
Il tema è tornato d’attualità proprio in questi giorni: perché i millennials, altro neologismo col quale si indicano i nati tra il 1980 e il 2000, hanno ufficializzato il loro disinteresse verso le griffe, considerate un vecchio retaggio e non il terreno della continuità tra genitori e figli. Insomma, un colpo basso inferto al fashion system e rimbalzato in Italia dalle pagine del Wall Street Journal e del Time.
FONTE: http://www.sardiniapost.it/cronaca/la-moda-croce-lossessione-le-griffe-la-mostra-elisabetta-falqui/