Il marketing territoriale? Si fa con i piatti parlanti

Sono una rilettura delle tradizionali ceramiche di Grottaglie i piatti parlanti con accento pugliese di Lorenza Dadduzio. Interpretano in chiave contemporanea il sentimento tutto mediterraneo di una cucina sana e genuina condito da un pizzico di saggezza popolare: “Di Puglia un Pop, briciole di as-saggezza pop-olare” è il nome della collezione dedicata alle biodiversità pugliesi. Che parla: i piatti (modellati e smaltati a mano) trasmettono con un motto le qualità e il carattere dell’alimento interpretato.

14 personaggi-ortaggi
La carota di Polignano, il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, quello prunill di Lucera, la fava di Carpino, il pisello nano di Zollino, la batata leccese, la cicoria catalogna di Galatina, quella bianca di Otranto, le cime di rapa di Minervino, la cipolla rossa di Acquaviva, il fagiolino pinto, il barattiere di Fasano, il mugnulo salentino, il carciofo violetto di Putignano: ciascuno dentro a un fumetto di ceramica declama le proprie virtù e racconta le leggende del passato.
Il Pisello Nano di Zollino
Dice il Pisello Nano di Zollino: «Chissà a chi è venuto in mente di chiamarmi pisello nano. Pisello sì, ma nano mi sembra un’esagerazione! È vero, sono piccolo, ma nel senso di grazioso, bisognoso d’amore e di cure. Infatti vengo raccolto solo da mani amorevoli e sapienti e mi si può consumare solo allo stato secco. Se accosti l’orecchio al baccello posso raccontarti antichissime storie in Griko, la lingua delle popolazioni che hanno conquistato questa terra tanto tempo fa e che ancora oggi gli anziani parlano. A Zollino mi hanno anche dedicato una statua. Sarò pure nano, ma sono amato come se fossi un gigante!».
12 illustratori pugliesi pop
La mano è quella di 12 illustratori pugliesi che hanno disegnato in chiave pop i personaggi-ortaggi della cucina tradizionale: subito hanno superato i confini regionali, impazzando all’ultimo Salone del Mobile, fra le eccellenze di design della ricettività selezionate dalla Regione Puglia. Il progetto è stato scelto tra i 6 più innovativi che hanno partecipato alla call “Take it, Take me” di Pistacchio&Caffè, bottega bresciana della decorazione d’interni.

Cucina Mancina e dintorni
L’idea è di Lorenza Dadduzio – innovatrice e designer dalla creatività inesauribile, esperta in comunicazione – che da anni si dedica con orgoglio al patrimonio gastronomico della sua terra: qualche anno fa ha lanciato in rete Cucina Mancina, un sito rivolto agli intolleranti, agli allergici, ai diabetici, ai colesterolemici e agli ipertesi, ai vegetariani e ai vegani: a quei diversamente onnivori, che mangiano differente per necessità o per scelta. Così è nata una food community virtuale che propone soluzioni creative per i mancini alimentari, compresi i curiosi.
Mazzetti di Mugnolo
Tra le verdure più estroverse, il Mugnulo (tipico del salento), che di sé dice: «Ho la testa ricciola come un broccolo e impertinente come un cavolo, ornata da bellissimi fiori bianchi che tutti m’invidiano e nessuno riesce ad eguagliare. Altro che “càulu pòeru”! Prova a donare un mazzetto delle mie spuntature dolci e fragranti alla tua amata: la conquisterai in un battibaleno! E poi portala per mano alle Tavole di San Giuseppe per ritrovarmi ad adornare di gusto la Massa del santo, come tradizione salentina insegna. Si narra che io sia fiorito proprio sul bastone del Santo, che mi ha donato gli indoli dal potere antitumorale. In una festa di zolfo, sodio, potassio e magnesio, faccio un attimo un salto in padella e mi sciolgo in bocca!».
Fave di Carpino in orbita
Piccole storie che sono un inno all’agricoltura naturale e alla cucina povera che pensa al futuro. Ecco la fava di Carpino. «Dai contadini del Gargano che si sono nutriti per secoli delle mie proteine ho imparato le nenie e le tarantelle, mentre si prendevano cura di me nei terreni argillosi e calcarei di Carpino. Sono la pepita più preziosa di questa terra, piccola e tenera a tal punto che quando sorrido si forma una grande fossetta sulla mia pregiatissima buccia sottile, dentro la quale custodisco un cuore bianco e generoso: a chi mi mangia dono proteine, carboidrati, vitamine, sali minerali, fibre e antiossidanti; ai terreni argillosi e calcarei del Gargano che mi custodiscono dono azoto che ravviva senza chiedere alcun concime. Sono una bontà tutta acqua e sapore, tanto che mi hanno mandato in orbita anche a nutrire i (g)astronauti!».

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